acqua potabile riduzione in bolletta

SE L’ACQUA NON E’ POTABILE, SI PUO’ PAGARE LA META’ IN BOLLETTA

Capita ormai in molti comuni italiani che nonostante l’amministrazione locale dichiari l’acqua come potabile, questa non lo sia. Nel caso di acqua non rientrante nei parametri del potabile, la bolletta va dimezzata. Per accertarsi della qualitAi?? dell’acqua del proprio comune oggi basta un esame dell’acqua, anche fatto da laboratori privati, i cui costi sono irrisori, per accertare la presenza di metalli e inquinanti oltre la soglia consentita.

Un esempio lampante A? quello di Civita Castellana, che eroga ai propri cittadini acqua non potabile perchAi?? i valori di arsenico sono ben oltre la norma, insieme ad altre sostanzeAi??fuori soglia, fluoro e bario, per le quali A? stata chiesta una nuova deroga.Ai??Nonostante lai??i??Unione Europea abbia giAi?? concesso allai??i??Italia tre deroghe, di cui lai??i??ultima scaduta il 31 dicembre 2012, per provvedere allai??i??adeguamento dei valori ai limiti stabiliti dalla legge, ad oggi la situazione A? ancora poco chiara.

Lai??i??acqua che esce dai rubinetti di molti comuni non puA? essere utilizzata nAi?? per bere nAi?? per cucinare, perchAi?? non salubre. In questi casi il cittadino ha diritto a ricevere dall’amministrazione locale due contributi:

1) Rimborso forfettario per l’acqua in bottiglia che i cittadini sono costretti a comprare e utilizzare come bevanda e per cuocere i cibi

2) uno sconto del 50% sulla bolletta. Negli ultimi due anni infatti molte associazioni di cittadini hanno fatto valere le loro ragioni davanti al giudice ordinario che, anche “a causa della violazione delle regole di buona amministrazione” (TAR del Lazio sentenza nAi??664 del 2012), ha inevitabilmente emesso sentenze in favore dei cittadini attribuendo rimborsi fino a 1500 euro per persona oltre al dimezzamento di tutte le bollette fino a che l’ acqua non tornerAi?? ad essere davvero potabile. Di seguito a questa sentenza del TAR, anche il giudice di pace di Viterbo, Leonardo Colonnello, ha emesso una sentenza in merito, sancendo di fatto la possibilitAi?? per ogni singolo cittadino di essere risarcito ( G.d.p. di Vt Sent. n-895/13 del 25/9/13).

Le nostre acque oggi sono gestite dai vari enti locali che operano su dei territori delimitati (nel caso di Viterbo e provincia, per esempio, A? ATO1, indicata nelle sentenze di cui sopra) i quali delegano poi la funzione operativa al gestore unico che in questo caso si chiama Talete SPA, della quale fanno parte quasi tutti i comuni in proporzione ai loro abitanti.

Come agire se l’acqua erogata dall’amministrazione locale non risulta entro i limiti di norma per la potabilitAi??? Prima di tutto mettere al corrente altri abitanti e organizzarsi per una richiesta di rimborsi presso il giudice di pace. Come nel caso di Viterbo riportato sopra, essendoci giAi?? una sentenza del TAR a fare scuola su questo tema, A? sufficiente rivolgersi al giudice di pace. Meglio se patrocinati da un avvocato (le spese legali saranno poi riaddebitate al comune) oppure da un’associazione di consumatori che sia presente sul territorio. In genere con il patrocinio di uno studio legale specializzato si fa prima che con un’associazione e i costi sono in genere gli stessi.

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