IN ARRIVO LA SOCIAL CARD: ELEMOSINA O AIUTO CONCRETO?

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Un bancomat “anonimo”, azzurro, del valore di 40 euro mensili piA? gli sconti delle catene commerciali convenzionate. Chi lo riceverAi?? entro il 31 dicembre avrAi?? giAi?? un credito di 120 euro per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. E, a regime, sulle casse dello Stato peserAi?? per 450 milioni di euro. Queste alcune delle caratteristiche della social card presentata ieri dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, con una conferenza stampa a Palazzo Chigi, a due giorni dal Consiglio dei ministri che dovrAi?? varare il decreto anticrisi.
Il costo. Il ministro ha anche spiegato, per la prima volta, quanto la social card, a regime, costerAi?? allo Stato: 450 milioni di euro. “Ci sono giAi?? state significative donazioni nel 2008 da Eni, 200 milioni – aggiunge Tremonti – e da Enel, 50 milioni”.

A chi A? destinata. I beneficiari, secondo le stime dell’Economia, saranno 1 milione 300 mila: cittadini ultrasessantacinquenni e famiglie con figli piccoli (fino a 3 anni) che abbiamo un reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 6000 euro, non piA? di una casa, non piA? di un’auto. Per chi ha piA? di 70 anni, la soglia di reddito Isee che dAi?? accesso alla carta acquisti A? fino a 8000 euro. Nel caso di piA? figli sotto i 3 anni, gli accrediti si sommano. Chi non riceverAi?? la lettera, ma ritiene di avere i requisiti, potrAi?? rivolgersi alle Poste.

Accesso alle tariffe sociali Enel. La social card serve anche per aderire alle “tariffe sociali dell’Enel, che esistevano giAi?? ma erano in freezer, nel senso che se non si andava allo sportello dell’Inps per richiederla, si restava fuori. CosAi??, invece – precisa Tremonti – l’adesione alla tariffa sociale A? automatica”.

“Non A? caritAi??”. “Rifiutiamo l’interpretazione – sottolinea Tremonti – della social card quale visione compassionevole della societAi??”. Il ministro ribadisce che “le situazioni di bisogno non si proclamano per legge, non A? una questione di ingegneria sociale del governo”. Coloro che hanno bisogno, insiste, “ci sono, e non sono stati mai sufficientemente considerati”.

Garantito l’anonimato. La social card, o carta acquisti, “A? anonima – ha spiegato il rirolare dell’Economia – quindi nessuno puA? dire che segna i portatori. La puA? usare chiunque”. Tremonti annuncia che “giAi?? molte lettere sono state inviate a quelli che secondo i nostri archivi sono i beneficiari”, e tutto A? stato fatto “nel modo piA? semplice possibile”. Per eventuali chiarimenti, ha concluso il ministro, “confidiamo nell’Inps, nelle associazioni di volontariato e nei Caaf”.

La bocciatura di Epifani. Molte le critiche alla social card, definita dalle associazioni dei consumatori poco piA? di un’elemosina. Mentre il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani rileva come si tratti di un’idea vecchia, nata in un contesto economico e sociale completamente diverso: “Tremonti difende l’idea della social card dicendo: ‘A? stata introdotta nel 1939 in America’. E’ proprio questo il problema. Non puoi riproporre nel nuovo millennio una cosa di 60 anni fa”.

Bersani: “La social card da sola non basta“. Mentre il ministro dell’Economia del governo ombra del Pd Pierluigi Bersani rileva come la social card non sia assolutamente in grado da sola di risolvere i problemi dei cittadini in difficoltAi?? economica: “I soldi non si buttano mai via, ma ci sono modi piA? dignitosi per darli. Piuttosto che importare modelli americani, noi preferiamo che si aumentino le pensioni e che si alleggerisca il fisco sui salari e sugli stipendi medio bassi, a cominciare dalla tredicesima di Natale. E, quindi, con un intervento largamente piA? consistente e strutturale rispetto a quello che abbiamo sentito e visto fin qui”.

Via: La Repubblica, 26 Novembre 2008

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