UNIONE EUROPEA IN CAMPO SUL CARO CIBO
L’allarme alimentare lanciato in questi giorni da Fao, Banca mondiale e Fmi sugli effetti devastanti per le economie piA? povere dell’esplosione dei prezzi di frumento, riso e mais non sembra attenuare, ma semmai rende piA? marcate, le divergenze tra i 27 sul futuro della politica agricola. I fautori della riforma della Pac difendono i nuovi meccanismi messi in atto negli ultimi anni: quel disaccoppiamento degli aiuti che ha sganciato sempre di piA? i sostegni dalle quantitAi?? prodotte, visto che l’andamento al rialzo dei prezzi mondiali permette comunque agli agricoltori europei di incassare utili. Ma ecco che ora la Francia, alla guida dei difensori della vecchia Pac, raccoglie la bandiera dello sviluppo, e rileva come sostegni alla produzione europea possano essere giustificati dalla necessitAi?? di rispondere alla crescente domanda mondiale. E rivendica l’utilitAi?? di quelle derrate un tempo destinate allo stoccaggio, in quanto utilizzabili per assorbire fenomeni speculativi ed essere destinate ai Paesi piA? bisognosi.
Ma la fiammata dei prezzi agricoli porta l’Europa a interrogarsi anche su due altri controversi aspetti delle politiche comunitarie: i biocarburanti e gli organismi geneticamente modificati. Nonostante le critiche di alcune organizzazioni non governative, la Commissione Ue intende mantenere l’obiettivo di utilizzare il 10% di biofuel nel settore dei trasporti entro il 2010, ritenendo l’impatto non significativo sulla domanda mondiale di generi alimentari. Le due direttive in materia verranno perA? riviste ponendo piA? attenzione a una serie di vincoli. Ai??L’obiettivo dovrAi?? essere raggiunto – ha precisato ieri Barbara Hefferlich, portavoce della Commissione europea – sulla base di uno sviluppo sostenibile e puntando alla promozione di biofuel della seconda generazioneAi??, cioA? generato in gran parte in modo indipendente dalla catena agricola, utilizzando scarti di lavorazione o sottoprodotti.
Sugli organismi geneticamente modificati resta poi una spaccatura all’interno del Consiglio, che di fatto lascia alla Commissione la possibilitAi?? di autorizzare nuovi prodotti transgenici per l’importazione, soprattuto mais, mentre le concessioni in dirittura d’arrivo per nuove coltivazioni in Europa restano arenate, a partire dalla superpatata della Basf. Ma indubbiamente la crisi alimentare fa crescere la pressione a favore degli ogm in grado di resistere a parassiti, a patto che mantenuti separati dalle colture naturali ed etichettati.
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